sabato 8 ottobre 2011

IRAN, FIDANZATI SI SUICIDANO DOPO UN INGIUSTO ARRESTO: IL WEB SI RIBELLA AD AHMADINEJAD



Messi in cella per un'amicizia scomoda. Lei è stata minacciata di stupri. Si sono uccisi a un mese di distanza l'uno dall'altra.

- Li hanno definiti i "Romeo e Giulietta" di Teheran, si chiamavano Nahal Sahabi e Behnam Ganji e sono morti suicidi a distanza di poche settimane l'una dall'altro. Lei 28enne maestra d'asilo, lui 22enne studente. Ganji è stato arrestato perché vicino ad un attivista, otto giorni di galera che lo hanno distrutto fino al suicidio. Un dolore che la bella Nahal non ha potuto sopportare. La loro storia, denunciata dagli attivisti, è diventata un simbolo.
Il Times online racconta come la tragica fine dei "Romeo e Giulietta" iraniani si sia diffusa rapidamente sui siti web e abbia scioccato gli iraniani: "E' la storia di due giovani che non avevano nulla a che fare con la politica, che si amavano e volevano vivere, ma hanno trovato, a causa del carcere, una fine improvvisa", dice Amir, che era amico della coppia. "Ognuno si può identificare con loro. Ognuno sente che può succedere anche a lui. Nessuno si sente al sicuro".
Ganji, 22 anni, era studente all'Università di Teheran. Viveva con Koohyar Goudarzi, 26 anni, un amico che era stato arrestato nel corso delle manifestazioni seguite alla controversa rielezione del presidente Ahmadinejad nel 2009. Goudarzi era stato un anno in prigione, espulso dall'università e con il divieto di riprendere la sua attività politica.

Arrestati per un'amicizia "scomoda" al regime


E' stata questa la causa della sfortuna di Ganji. Nella notte del 31 luglio agenti della sicurezza hanno fatto irruzione nel loro appartamento, hanno arrestato entrambi e li hanno trascinati nella tristemente nota prigione di Evin a Teheran. Non molto dopo sono state arrestate anche la fidanzata Sahabi e la madre di Goudarzi, nella città di Kerman. Ganji è stato detenuto per otto giorni, alcuni dei quali in isolamento. Ciò che gli è accaduto in quel periodo non è chiaro, ma quando è uscito era un uomo distrutto.
Si rifiutava di parlare del suo calvario. Non voleva vedere i suoi amici nè rispondere alle loro telefonate. Aveva il terrore di essere arrestato di nuovo e, la notte del primo settembre, si è suicidato nel suo appartamento con una overdose di medicinali.

La minacciavano di "disonorarla" (alcune fonti riportano che i due ragazzi sono stati violentati entrambi, ndr)


Sahabi, 28 anni, è rimasta nel carcere di Evin per tre giorni e, secondo l'amico Amir, coloro che la interrogavano l'hanno ripetutamente minacciata di "disonorarla". La ragazza viveva nel continuo incubo di essere violentata. Il suicidio del suo ragazzo l'aveva sconvolta. Dal suo blog emergeva sempre di più il dolore e lo strazio, ma anche il senso di colpa per non aver potuto fare nulla per aiutare il suo ragazzo.
"Forse, se tu sapessi quanto qualcuno ti ama, potresti tornare dalla morte", scriveva Sahabi. Poi, giovedì mattina, si è suicidata nella sua stanza, in casa dei genitori a Teheran. Come il suo ragazzo, lo ha fatto con un'overdose. E lo ha fatto nello stesso giorno della settimana, martedì. Le ultime parole sul suo blog sono state di qualche giorno prima: "E' di nuovo giovedì. Vieni Behnam. Balliamo insieme ancora una volta di giovedì".


San Valentino dedicato a loro


E i giovani blogger iraniani hanno gridato la loro disperazione sulla rete. "Da ora in avanti il nostro San Valentino sarà di giovedì, giorno in cui i due innamorati si sono riuniti", ha scritto Hope, 'Speranza'. "Coloro che hanno fatto questo ai nostri giovani non sono umani. La storia li ricorderà come terribili tiranni", è il post di Afsaneh. "Nahal era una ragazza che amava l'amore. Lunga vita all'amore. Lunga vita alla vita. Morte al dittatore", ha scandito Darius. (http://www.tgcom.mediaset.it/ , 2/10)

Nessun commento: