domenica 2 agosto 2009

NOT IN HIS NAME

La storia è questa: una ragazza, poco dopo la nascita, perde la vista. Vive una vita molto ritirata, quasi dimessa: esce poco se non accompagnata dai genitori. I suoi genitori non vogliono avere un cane in casa, quindi lei non può avere un cane-guida. In queste condizioni è praticamente privata della possibilità di muoversi. Arrivata a ventotto anni riesce a trovare un escamotage: un cavallo! Inspiegabilmente, questa volta, i genitori accettano.
Se ascoltaste questa storia fin qui cosa pensereste? Che quei genitori sono dei mascalzoni. Che mettono davanti al bene della figlia la loro repulsione per i cani. Chissà quanti di noi non amerebbero avere un cane in casa, però in confronto alla felicità della figlia chi potrebbe sentirsi di fare questioni? Invece questi genitori egoisti e capricciosi non si curano del bene della figlia, ma delle loro fisime. Sbaglio, o è quello che tutti noi penseremmo?


Ora, si dà il caso che questa ragazza (Mona è il suo nome, ndr) sia mussulmana, e che per molti mussulmani i cani siano animali turpi: vedete come tutta la storia assume un significato, come quei genitori iniziano ad avere delle potenti attenuanti? La foto con il cavallo ci fa quasi simpatia, alla fine è stata una buona idea. E quanto ai genitori, beh, in fondo è la loro fede. È quello che “sentono”, come tanti altri “sentono” un altro Dio. Che ci possono fare? Ed è esattamente questo il problema dell’atteggiamento che abbiamo con la religione – ogni religione: ma soprattutto ogni religione che imponga divieti infondati sulla felicità delle persone – e cioè che diamo dei bonus di responsabilità, un assegno in bianco per la cattiveria, a chi motivi i proprî atteggiamenti lunatici e prepotenti sotto l’egida di un culto (e a proposito: permalink, 31/7 )
«Fa’ quello che vuoi, amico mio, per carità, ma non sono disposto a scontarti nessuna delle responsabilità di ciò che fai in nome delle cose in cui credi». Dare a ciascuno le proprie responsabilità, che è anche la cosa più altruista che c’è. (Fonte: Distanti Saluti , 28/7)

13 commenti:

Stefano. ha detto...

Mentre passeggiavo con un mio amico, questi mi ha presentato un suo amico d'infanzia, che stava portando a passeggio il suo cane. Non ricordo la razza, ricordo solo che mi disse che tale razza veniva inpiegata in Spagna nei combattimenti contro i tori.
Costui mi raccontò un episodio: stava seduto su una panchina, quando si avvicinò un maomettano che gli disse:
Questo animale non va bene!
Stupito più che irritato, aveva chiesto il motivo.
Al che il maomettano aveva risposto:
"Perché un cane ha morso Maometto"
Al che, aveva avuto uno scatto d'ira che fu percepito dall'animale, che diede uno strattone strappandogli di mano il guinzaglio corto. e avventandosi verso l'islamico. Ma per sua fortuna, il proprietario d'istinto tenne il guinzaglio lungo, bloccando l'animale proprio a pochi centimetri dal malcapitato.
Questi (che era un po' un manigoldo;) disse di essersi pentito di aver trattenuto il cane. Comunque, si prese la soddisfazione di dirgli:
"Maometto, è stato fortunato che non si trattava di un cane di questa razza, altrimenti non ci sarebbe stato più Maometto , e non ci saresti neppure tu a raccontarmi queste scemate" Bisogna dire, che effettivamente quel cane fosse stato da combattimento, non dovremmo compiangere l'infelicità di Mona. Non dovremmo piangere migliaia e migliaia di donne lapidate,ne milioni di esseri umani uccisi nelle guerre sante.

Alessandra ha detto...

Eppure sicuramente ci sono musulmani che hanno dei cani! Un mio ex amico (non lo sento più) aveva più di un cane in Egitto. In Afghanistan c'è la tradizione di far combattere i cani e scommettere (tradizione bandita, per una volta secondo me non a torto, dai talebani). Quanto a Mona, chissà cosa pensano i suoi genitori di Hamas che ha usato anche ragazze con la sindrome di Down per gli attentati suicidi... .

petroniostefano ha detto...

Beh, la storia mi ha fatto ricordare la parabola del buon samaritano: il sacerdote ed il levita che non si fermano per problemi di impurità, mentre l'eretico si ferma. Se manca la carità qualsiasi rispetto formale di qualsiasi legge non vale: è l'amore verso il prossimo (verso una figlia poi, ancora di più dovrebbe valere) quello che conta più di qualsiasi norma.

Stefano. ha detto...

Hai ragione Pietrostefano:
L'amore dovrebbe superare ogni norma.

Anonimo ha detto...

L'ampre e il benessere per un figlio, vanno oltre la religione e qualsiasi altro principio.
lorena

Poerio ha detto...

Innanzitutto se volete istruirvi un po' andate a vedere questo link http://islam.forumup.it/about2696-islam.html
Non so se un piccolo cavallo pony anche ben addestrato possa essere efficace nell'aiutare questa donna come un cane da pastore tedesco o un labrador di dimostrata affidabilità e addestrato dopo un 'accurata selezione. Questa famiglia non ha voluto il cane guida per questo motivo: secondo l'ortodossia islamica la presenza del cane e la sua saliva in particolare rendono impura la casa che diventerebbe luogo inidoneo alla preghiera. Ci sono diversi hadith che considerano impuro il luogo frequentato dal cane. Il cane può essere utilizzato per loro come cane da guardia, da pastore. Il cane viene utilizzato in molti paesi islamici anche dalla polizia e nei casi di calamità naturali. Non mancano nemmeno casi di cani tenuti come animali di compagnia. So che in Iran avevano cominciato a sanzionare chi portava il cane a passeggio al guinzaglio. E non era questione di museruola. Sarei curioso di sapere se Hamas a Gaza usa cani per questi usi, ne dubito. Molti emeriti sapienti islamici si trovano in difficoltà a domande del tipo: è lecito tenere in casa un cane guida per aiutare chi è cieco? E' lecito che la polizia utilizzi dei cani nella casa di un delinquente pluriomicida ? E' lecito utilizzare cani in case distrutte dal terremoto per salvare della gente? Basta guardare i tanti siti di fatwa in internet per trovare tante risposte ridicole sull'argomento.
Ricordo anche diversi casi, il più clamoroso a Minneapolinis negli Stati Uniti, di taxisti musulmani che hanno rifiutato di trasportare persone cieche accompagnate dal loro cane guida. A Minneapolis è stata ritirata loro la licenza. L'applicazione rigida di certe per loro prescrizioni divine porta a conseguenze aberranti. La cronaca a vari livelli lo testimonia. Basta andare in un ospedale per rendersi conto delle richieste idiote di tanti musulmani e musulmane per avere una totale separazione dei sessi che per loro è più importante della salute delle persone e di un sistema sanitario efficiente e non insostenibilmente costoso. Intendo dire che loro lo vorrebbero raddoppiato: uno per sole donne e uno per soli uomini. Comunque va detto che non tutti i musulmani sono così rigidi e ottusi, anche tra i giuristi.

Anonimo ha detto...

Benissimo hanno fatto a togliere la licenza ai taxisti idioti.
Quanto poi al resto, simili idiozie quantificano esattamente il loro valore.

esperimento ha detto...

A me, sinceramente, avrebbe fatto lo stesso effetto. Però c'è da dire che esistono tanti altri metodi per essere indipendenti, oltre ad avere un animale. Basta impararli! Conosco non vedenti che girano da soli grandi città, con il bastone bianco e affidandosi alla solidarietà degli autisti degli autobus, dei passanti, ecc.
Probabilmente questa ragazza non è nemmeno andata a scuola e questo è ancora più grave!

Alessandra ha detto...

Certo, ma se il motivo percui lei non è indipendente è davvero il fatto che il cane è un animale impuro... .
A proposito comunque del non andare a scuola, ricordo la conversazione con una donna marocchina mentre eravamo entrambe in attesa di fare una visita: in realtà questo ricordo è un po' confuso, sia perchè è passato un po' di tempo, sia perchè nonostante fosse in Italia da tipo 20 anni... parlava MALISSIMO l'italiano, ma mi ha raccontato che i suoi non l'avevano fatta studiare perchè... aveva problemi a un piede!!! E naturalmente accettava il tutto con il volere di Allah... .

Mella ha detto...

Per una volta tanto devo fare l'avvocato del diavolo: non si tratta né di religione né di pregiudizio. Il fatto è che il virus della rabbia, che alle nostre latitudini è presente solo nella bava dei cani malati, nella regione dei paesi arabi è presente anche nella bava dei cani sani. In epoche in cui non esistevano queste conoscenze scientifiche, si è semplicemente notato che chi aveva troppa dimestichezza con i cani faceva una brutta fine e così è stato stabilito una volta per tutte che erano animali "impuri" ed è stata data a tutto questo una motivazione religiosa.

Alessandra ha detto...

Ah, questa non la sapevo... .

Nino G. Mucci ha detto...

Beh, Alessandra, l'affermazione del "Mella" non è islamicamente esatta. Posso dirlo tranquillamente perché sono studioso e ricercatore in materia islamica e vivo in Tunisia da 11 anni. Ecco lo studio più scientifico e dettagliato sulla questione (in inglese): http://answering-islam.org/Silas/dogs.htm

In risposta al Mella- I cani venivano adottati in Arabia -preislamica, naturalmente - anche nel caso di donne sole per motivi di difesa: è il più antico compagno dell'uomo, ma detestato da Maometto, che in un celebre hadith inventa il rifiuto di Jibrîl (l'Angelo Gabriele) di rendergli visita perché non sopportava (l'Angelo!) la presenza di cani in casa. Sorridete? E aggiunge: "..e le immagini" (foto, quadri, statue, ecc.!). In arabia saudita non le troveretemai appese ai muri, è un codice della 'purezza islamica', solo versi del Corano in lugubri sfondi neri. Certo non tutti i musulmani osservano questi precetti, emananti dallo psichismo inquieto e aggressivo di Maometto, anche perché alla presenza dell'angelo Jibrîl preferiscono quella della televisione satellitare...

Alessandra ha detto...

Benvenuto, Nino. Infatti Mella non ha dato una spiegazione dal punto di vista islamico, ma grazie della tua spiegazione. Per quanto mi riguarda credo che il motivo percui i genitori hanno negato il cane a Mona, sia islamico.